pensiero in migrazione

PENSIEROinMIGRAZIONE propone punti di vista, argomenti, approfondimenti, appunti sulle trasformazioni sociali e umane suscitate dai processi migratori, proposte per combattere il razzismo e la xenofobia con gli strumenti della rivoluzione nonviolenta e dello scambio interculturale

26.2.06

I MURI SONO FATTI PER ESSERE SCAVALCATI

Quel che ho imparato in questi anni di attivismo/volontariato/passione antirazzista e interculturale è scritto qui:

MIGRARE
per amore
per incertezza
o coraggio
per caso
o per dolore
per irrefrenabile curiosità
per paura
per ottimismo
o per viltà
per disperazione
o per fame
o per scommessa
a volte
si può andar via
e cercare
una strada.
questo è migrare:
semplicemente migrare
è andare
e andando cambiare

facendo qualche passo a fianco di chi è in cammino, non da turista ma da migrante, sono cambiato profondamente, o, cercando di assumere i molteplici punti di vista di chi arriva in Italia da straniero, ho aperto gli occhi su un mondo che è completamente diverso da come me l’avevano fatto immaginare i film, i romanzi…
Sandro Mezzadra ha sintetizzato concetti simili, mi sembra, in altri termini: “Benché condizionata da fattori oggettivi,la decisione di migrare è al tempo stesso una scelta di soggetti liberi e attivi, la cui condizione è oggi paradigmatica di contraddizioni e trasformazioni sociali che non riguardano soltanto loro”. Sandro ha scritto un bellissimo libro su questi argomenti. Breve ma bello denso: “Diritto di fuga. Migrazioni, cittadinanza, globalizzazione”. È edito da Ombre Corte. Leggetelo! Sono solo 133 pagine, ma tutte ben pensate.
Volendo si può parlare, come fanno alcuni sociologi o demografi “illuminati”, delle migrazioni internazionali come di un “fenomeno”. Questi professori ci spiegano che le migrazioni sono divenute un elemento strutturale e permanente del sistema economico mondiale e costituiscono l'espressione più manifesta dello "sviluppo ineguale" tra i Nord e i Sud del pianeta.
Ma gli studiosi troppo spesso dimenticano che i migranti sono persone, ciascuna con storia, motivazioni, sogni, successi e fallimenti… tutti diversi.
D’altra parte, mi sembra, quasi tutti gli studi sui pocessi migratori sottovalutano le conseguenze e le implicazioni dei flussi migratori per le società “di arrivo”, in particolare per quanto riguarda l’impatto sulle mentalità e i comportamenti dei nativi, o autoctoni. O, più precisamente, li considerano solo in termini negativi, enfatizzando le difficoltà e i rischi, guardandosi bene dal suggerire soluzioni positive.
Io vorrei, principalmente, occuparmi di questi ultimi aspetti, dicendo la mia, offrendo indicazioni di approfondimento, tramite recensioni, segnalazioni e testimonianze.
Sono convinto che l’attuale pensiero dominante in materia che, quando “va bene”, non si spinge oltre l’idea di “integrazione” dei nuovi arrivati, in termini fondamentalmente assimilazionisti e, quindi, neo-coloniali. Si tratta di un pensiero e una pratica deleteria: non solo nei confronti degli immigrati ma anche per l’insieme della società, danneggiando – in ultima istanza – anche i nativi.
Per questo, vorrei concentrarmi sulla ricerca di altre strade, sulla proposizione e sperimentazione di possibili alternative.

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