pensiero in migrazione

PENSIEROinMIGRAZIONE propone punti di vista, argomenti, approfondimenti, appunti sulle trasformazioni sociali e umane suscitate dai processi migratori, proposte per combattere il razzismo e la xenofobia con gli strumenti della rivoluzione nonviolenta e dello scambio interculturale

5.3.06

LA DISCUSSIONE SULL’IMMIGRAZIONE CON I POLITICI DELL’UNONE. UNA PREMESSA DI METODO

Il documento conclusivo del tavolo programmatico dell’Unione, dal significativo titolo “Per un’immigrazione governata” presenta dei punti da considerare con attenzione. Il testo è evidentemente frutto di una difficile mediazione e ha un’impostazione di fondo che ci è sostanzialmente estranea, esplicitata nel titolo che ripropone l’utopia reazionaria del “governo dell’immigrazione”, ma quando nel testo dicono “intendiamo ripartire da zero”, si afferma qualcosa di nuovo e si apre uno spazio che non possiamo lasciare esclusivamente ai politici di professione.
La mia opinione è che il movimento antirazzista e degli immigrati dovrebbe intervenire su questi temi senza farsi soverchie illusioni né - tantomeno - delegare alcunché ai politici riuniti in questa composita e contraddittoria alleanza, ma utilizzando anche questo terreno, nelle forme di interlocuzione che via via si valuteranno possibili e convenienti con l’unico obiettivo di contribuire alla conquista e la salvaguardia dei diritti umani, sociali, civili e politici per tutti/e, a cominciare da quello di cittadinanza e di libera circolazione.
Per quanto mi riguarda, per questi motivi (e SOLO PER QUESTI) noi antirazzisti dobbiamo occuparci di politica. Personalmente, detesto la politica-politicante, cioè quella che ha al centro l’ossessione del POTERE (la sua conquista, il suo mantenimento, la sua spartizione da parte di una minoranza di professionisti, di esperti, di tecnocrati, di funzionari o burocrati).
Rimango convinto che la priorità del movimento debba rimanere l’azione permanente, quotidiana, molecolare, reticolare nella società.
Per questo, ritengo, che il rapporto con TUTTI i partiti politici italiani debba basarsi sul giudizio che diamo riguardo alla loro azione concreta rispetto al miglioramento delle condizioni di vita della popolazione immigrata, al riconoscimento e alla salvaguardia della dignità e dei diritti degli immigrati. Detto semplicemente: chi opera concretamente a favore degli immigrati può essere un nostro alleato, chi considera gli immigrati un problema o forza-lavoro da sfruttare tenendola sottomessa è un nostro avversario dichiarato.
Il “casino”, adesso, è che nell’Unione sono presenti sia potenziali alleati sia alcuni nemici dichiarati della popolazione immigrata...

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