pensiero in migrazione

PENSIEROinMIGRAZIONE propone punti di vista, argomenti, approfondimenti, appunti sulle trasformazioni sociali e umane suscitate dai processi migratori, proposte per combattere il razzismo e la xenofobia con gli strumenti della rivoluzione nonviolenta e dello scambio interculturale

6.10.06

CPT CLANDESTINO A ROMA

RICEVO DA ROMA E PUBBLICO:
Venerdì 6 ottobre decine di attivisti di diverse realtà romane, centri sociali, associazioni di quartiere, forze politiche e alcuni esponenti istituzionali, hanno denunciato pubblicamente alla città l’esistenza di un Centro di Detenzione Temporanea clandestino, allestito dal Comune in silenzio, all’interno di un deposito dell’Ama in accordo con laPrefettura. Le realtà antirazziste che stavano preparando iniziative inerenti la giornata internazionale del 7 ottobre contro le deportazioni deimigranti, hanno deciso di agire subito appena avuto notizia di questo nuovo mostro" cittadino. Questo innovativo esperimento di CPT è nato per “deportare” uomini e donne sgomberati dalle baracche costruite sulTevere in zona Marconi e S. Paolo. Il Comune di Roma realizza quanto già sperimentato dal Governo Berlusconi inSicilia, dove strutture occupate dai prefetti sono utilizzate per trattenere dei migranti ben oltre i termini del fermo di polizia soltanto per definire la loro espulsione. Si tratta di strutture che servono a identificare, schedare e rimpatriare coattivamente le persone. L’operazione di questi giorni ha colpito sicuramente almeno 61 persone, 4 richiedenti asilo sono stati rilasciati, 19 migranti sono stati rimpatriati con voli char,18 persone non ancora identificate sono state “deportate” in un CPT, ancora sconosciuto. Ma le dichiarazioni dei funzionari presenti lasciavano intendere che almeno 150 persone hanno "sperimentato" il CPT clandestino.Gli attivisti hanno varcato la soglia del CPT dove hanno trovato schierata la celere riuscendo ad ottenere solo dopo un'ora di pressione che almeno iparlamentari potessero vedere quello che succedeva alle persone rinchiuse. Dopo hanno presidiato le vie di accesso alla struttura fino a sera, quando infine alcune jeep della polizia a tutta velocità hanno forzato il presidio (provocando persino un incidente con una macchina di passaggio) per riuscire a deportare 12 migranti in quel momento reclusi. Potrebbe apparire persino singolare la scelta di deportare persone dicittadinanza rumena che tra tre mesi avranno libertà di circolazione nellacomunità europea, ma evidentemente non lo è per chi usa questa pratica per nascondere il disagio sociale senza proporre soluzioni. Riteniamo che questa operazione politica si inserisca a pieno titolo in una logica tutta di governo del territorio, di gestione dei conflitti e delle emergenze sociali che costituisce la base dell’amministrazione-modello della vetrina veltroniana. Questo “modello di città” ha portato soltanto due giorni fa allo sgombero dello spazio socio-culturale Angelo Mai, nel rione Monti. La pratica di controllo sociale sperimentata in questi giorni nell’area di S. Paolo - Marconi rischia di essere riprodotta a breve nell’intero territorio cittadino. Nel pomeriggio i firmatari riportati qui di seguito
si sono riuniti per discutere gli ulteriori passi da muovere.
Prime adesioni: L.O.A. Acrobax, Action, Coordinamento cittadino di lotta per la casa, csoaAstra 19, Corto Circuito, csoa la Strada, csoa Vittorio Occupato, Arci,Federerazione romana PRC, Associazione senza confine, Riva Sinistra Singoli: Salvatore Bonadonna senatore PRC Massimiliano Smeriglio deputato PRC Francesco Caruso deputato PRC Giuseppe Decristoforo deputato PRC Gianluca Peciola assessore Municipio Roma XI Livio Ciappetta consigliere Municipio Roma XI

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