pensiero in migrazione

PENSIEROinMIGRAZIONE propone punti di vista, argomenti, approfondimenti, appunti sulle trasformazioni sociali e umane suscitate dai processi migratori, proposte per combattere il razzismo e la xenofobia con gli strumenti della rivoluzione nonviolenta e dello scambio interculturale

13.3.06

CHI È FRANTZ FANON? (1)

Fanon nacque il 20 luglio del 1925 nella Martinica, all’epoca colonia francese, oggi “Dipartimento d’Oltremare” dell’Exagone. La sua famiglia era uno dei tipici esempi di mix coloniale caraibico: discendenti di schiavi africani, lavoratori Tamil deportati dall’India come cheap labour e un uomo bianco. I suoi genitori non erano benestanti ma appena meno poveri della media tanto da riuscire far studiare Frantz, fino al liceo (in scuole per soli neri, come imponeva il sistema segregazionista francese).
In seguito all’occupazione nazista della Francia nel 1940, le navi della marina militare della “madrepatria” rimasero bloccate alla Martinica. E, racconta Fanon, i soldati francesi – costretti a rimanere sull’isola – sfogarono tutta la loro frustrazione in continui atti di brutale violenza razzista: aggressioni, linciaggi, stupri…
Tale esperienza segnò profondamente la personalità di Fanon, avvicinandolo a comprendere le manifestazioni esteriori e l’intima essenza del razzismo.
A 18 anni Frantz decise di lasciare la Martinica per raggiungere Dominica, ove si unì alle forze di liberazione francesi, poi si arruolò nell’esercito e combatté in Europa contro i nazisti. Nel ’44 fu ferito in battaglia e insignito della Croce di Guerra della Repubblica. Dopo la convalescenza tornò a casa nel ‘45. Ormai era un veterano di guerra decorato.
A quell’epoca collaborò alla campagna elettorale del suo amico ed estimatore Aimé Césaire (scrittore, drammaturgo, teorico e attivista anticoloniale). Césaire fu eletto deputato all’Assemblea Nazionale nelle liste del PCF, da cui si sarebbe dimesso solo nel ‘56. Fanon non aderì mai al partito, ma fu fortemente influenzato dal pensiero e dall’impegno di Césaire.
Fanon rimase in Francia per studiare medicina e psichiatria, approfondendo parallelamente la sua formazione letteraria, teatrale e filosofica. Divenne psichiatra nel 1951, sotto la guida del terapeuta catalanoFrançois deTosquelles. Dal ’54 praticò la professione in Francia, sinché fu nominato primario presso il manicomio di Blida, in Algeria, ove rimase fino al ’56, radicalizzando i suoi metodi terapeutici e le sue teorie, che cominciò ad esporre nel suo primo libro, “Pelle nera, maschere bianche”, in cui analizzò l’impatto dell’oppressione coloniale sulla psiche dei neri. Il testo ricostruisce senza indulgenze il suo vissuto personale, in particolare sviscerando cosa significa “essere nero”.
Nel 1955 aderì all’F.L.N. (Front de Libération Nationale) algerino e fu colpito dalla repressione.

Nell'opera di Fanon, e in particolare in questo libro, si esprime la presa di coscienza del significato universale della rivoluzione dei popoli coloniali e della presa di parola del cosiddetto "terzo mondo". rotagonista della nuova storia. Anche se il libro getta le sue radici nella rivoluzione algerina, e si alimenta della sua straordinaria esperienza, esso trascende di gran lunga l'ambito di una particolare nazione, per studiare l'intero processo su un piano internazionale, che tende a dare alla storia un'universalità effettiva e a fare dell'umanità intera il suo soggetto consapevole. La prefazione è di Jean-Paul Sartre. Nel successivo "I dannati della terra, Fanon analizzò approfonditamento ciò che aveva visto in quel periodo, descrivendo gli effetti dellle torture subite dai militanti algerini.
Fanon li aveva incontrati nel corso dei suoi viaggi in tutta l'Algeria, ma soprattutto in Cabilia.
Nel 1956 diede le dimissioni, con una famosa lettera che sancì la sua rottura con l'assimilazione nel sistema e nella cultura francese.
Fu espulso all'Ageria all'inizio del 1957.
Dopo un periodo di permanenza in Francia, riparò clandestinamente a Tunisi ed entrò a far parte della redazione di "El Moudjahid".
Dopo l'indipendenza fu nominato ambasciatore del governo provvisorio algerino in Ghana e tenne conferenze in tutte le principali capiali africane.

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